Il difetto di conformità indica un malfunzionamento di un prodotto acquistato come per esempio un’auto o un elettrodomestico. In questi casi, se il prodotto in questione è nel corso della garanzia legale, il consumatore può far valere i propri diritti. In ogni caso prima di acquistare un prodotto, è sempre importante informarsi sulle sue caratteristiche e sulle valutazioni lasciate dai clienti. 

Nel caso in cui le promesse del prodotto non siano mantenute e questo non funzioni correttamente come da aspettative, cosa si può fare?  

Il primo passo da compiere per trovare una soluzione è quello di conoscere i propri diritti. Ecco perché abbiamo deciso di elaborare una breve guida sul cosa fare secondo quanto previsto dalle norme del Codice del Consumo.

Partiamo con il capire cos’è il codice del consumo e quando si applica. Se già sai di cosa si tratta, allora procedi direttamente al paragrafo sul difetto di conformità.

Codice del Consumo: cos’è e quando si applica

Il Codice del Consumo rappresenta un insieme di norme che hanno come obiettivo quello di proteggere i diritti di particolari soggetti: i consumatori. Tra le principali tutele vi sono la garanzia e il diritto di recesso. Quando infatti si acquista un prodotto, di fatto si sottoscrive un contratto con il venditore. Questo contratto deve essere disciplinato da precise norme. Ecco che il codice del consumo ha come scopo proprio quello di regolare tali rapporti.

Le varie norme tendono a regolare situazioni diverse legate al consumo, al fine di tutelare gli interessi ed i diritti del consumatore, in quanto considerato il soggetto più debole all’interno del rapporto di compravendita.

In particolare, il codice del consumo si suddivide in sei parti diverse: 

  • diritti fondamentali del consumatore;
  • norme sulla pubblicità, sull’informazione e sulla educazione;
  • contratti tra venditore e consumatore;
  • sicurezza e qualità dei prodotti;
  • associazioni e class action;
  • disposizioni finali.

Chi è il consumatore per il codice del consumo

Secondo quanto stabilito da parte della legge, il consumatore è un soggetto che agisce per scopi personali, ovvero compie delle azioni che non hanno scopo di attività professionali, artigianali, commerciali o imprenditoriali. 

In caso contrario, il soggetto è considerato un professionista e anche le tutele previste sono diverse. Infatti, se l’acquisto è realizzato per essere usato all’interno di un’attività professionale, non sarà possibile avvalersi di tali norme, ma di quelle previste da parte del codice civile.

Difetto di conformità: cos’è e quando si applica

Nel caso in cui il prodotto acquistato non rispetti le caratteristiche promesse da parte del venditore – ad esempio attraverso la pubblicità – ecco che il consumatore può far valere i propri diritti contestando il difetto di conformità. Questo tipo di vizio viene infatti tutelato all’interno del codice del consumo attraverso la garanzia legale

Tuttavia, dobbiamo comunque precisare che nei confronti del consumatore l’unico soggetto responsabile è il venditore, anche se si tratta di una catena distributiva. Questo perché in sostanza è il venditore ad avere concluso un contratto, per cui sarà lui stesso a dover rispondere in merito e a farsi carico di oneri eventuali.

Ad ogni modo, ai sensi dell’art. 131 del codice del consumo, in seguito il rivenditore può rivalersi a sua volta sul produttore attraverso un’azione di regresso per difetti di conformità. La norma stabilisce infatti: 

Il venditore finale, quando è responsabile nei confronti del consumatore a causa di un difetto di conformità imputabile ad un’azione o ad un’omissione del produttore, di un precedente venditore della medesima catena contrattuale distributiva o di qualsiasi altro intermediario, ha diritto di regresso, salvo patto contrario o rinuncia, nei confronti del soggetto o dei soggetti responsabili facenti parte della suddetta catena distributiva.

Il venditore finale che abbia ottemperato ai rimedi esperiti dal consumatore, può agire, entro un anno dall’esecuzione della prestazione, in regresso nei confronti del soggetto o dei soggetti responsabili per ottenere la reintegrazione di quanto prestato”.

Difetto di conformità: Cosa dicono i diritti del consumatore

Quando sussiste un difetto di conformità, al consumatore è riconosciuto il diritto di ottenere il ripristino della conformità del bene. Questo è possibile attraverso due tipi di rimedi, individuati dall’art. 130 del codice del consumo: 

  • Riparazione o sostituzione con un prodotto analogo – rappresenta l’ipotesi primaria;
  • Riduzione del prezzo prendendo in considerazione il valore minore del prodotto difettoso, oppure – su decisione del consumatore – la risoluzione del contratto con conseguente restituzione della cifra pagata e contestuale restituzione del prodotto al venditore – rappresenta l’ipotesi secondaria, nel caso in cui non sia possibile riparare o sostituire il prodotto.  

Ad ogni modo, la riparazione e la sostituzione devono essere effettuate senza arrecare pregiudizio al consumatore e in tempi brevi. Inoltre, il consumatore non deve assolutamente sostenere alcuna spesa, al contrario di quanto previsto da svariate pratiche scorrette.

Nel caso in cui il venditore si rifiuti di garantire assistenza, entro due mesi dalla scoperta del difetto per il consumatore è possibile procedere con una denuncia. Se anche questa azione non produce risultati positivi, è possibile procedere all’attivazione di procedure di composizione stragiudiziale o delle controversie presso le Associazioni di Consumatori. Quest’ultimo caso è possibile con l’assistenza di un avvocato competente in materia o tramite la Camera di Commercio. Ad ogni modo, è sempre possibile citare in giudizio la controparte.

Casi in cui la garanzia non è valida

Di seguito troviamo tre casi che non rientrano nell’ambito dei difetti di conformità:

  1. Difetti conosciuti dall’acquirente al momento della compravendita, in quanto illustrati dal venditore o evidenti; 
  2. Guasti causati dallo stesso acquirente o da altre persone che hanno utilizzato il prodotto in modo improprio;
  3. Per attivazione o installazione del prodotto realizzato senza seguire quanto riportato nel manuale d’utilizzo o le indicazioni fornite. 

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