Parlare oggi di reati fallimentari è particolarmente importante. Questo non solo perché conoscere questa tipologia di reati è fondamentale per ogni attività o impresa, ma anche per le recenti novità in materia introdotte dal legislatore.

Fare chiarezza su quali siano tali reati e come riconoscerli è quindi oggi elemento imprescindibile per chiunque abbia in generale un’attività.

Vediamo allora in cosa consista il Diritto penale fallimentare e quali sono le fattispecie di reato previste ad oggi.

Diritto penale fallimentare: cos’è e di cosa si occupa

Il diritto penale fallimentare è riconducibile all’interno del classico diritto penale d’impresa.

Questa branca del diritto è costituita da tutte quelle fattispecie criminose che sono contenute all’interno del titolo VI del R.D. del 16 marzo 1942 n. 267 (la c.d. legge fallimentare).

Il diritto penale fallimentare interviene quindi nell’ambito della crisi d’impresa (solitamente dopo l’avvenuta dichiarazione di fallimento della stessa società). Il suo scopo è quello di colpire comportamenti che abbiano reso gravosa o impossibile la corretta ripartizione dell’attivo fra tutti i creditori sociali.

L’intera materia fallimentare è stata oggetto di una complessiva riforma apportata dal d.lgs. 12 gennaio 2019 n. 14 ed è entrata definitivamente in vigore dal 1° settembre 2021. Quest’ultimo ha introdotto il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, un codice destinato a sostituire la legge fallimentare e quindi anche le disposizioni penali previste al suo interno.

Reati fallimentari: una panoramica generale

I reati fallimentari comprendono tutte quelle fattispecie che sono accomunate dalla presenza di una procedura concorsuale nei confronti dell’imprenditore insolvente.

Come nei reati tributari, gli illeciti che andremo ad analizzare sono relativi alle realtà aziendali. Ma in questa tipologia di reati, la ricerca dell’interesse tutelato, il cosiddetto bene giuridico oggetto della tutela, passa attraverso l’individuazione e la verifica delle posizioni soggettive coinvolte nel fallimento.

Oggetto dell’intervento è perciò la salvaguardia del patrimonio dell’impresa e conseguentemente la sua equa distribuzione tra i diversi creditori della stessa.

I reati fallimentari che rivestono maggiore rilevanza sono infatti proprio quelli che hanno come scopo quello di tutelare – a garanzia delle ragioni creditorie dei terzi – la consistenza patrimoniale della società o dell’imprenditore.

Ai fini della conoscenza di tale materia, può essere utile sottolineare come il rapporto fra condotta contestata e fallimento sia uno degli aspetti più delicati del diritto penale fallimentare.

Reati fallimentari: quali sono

Dopo aver sottolineato la delicatezza e la complessità della materia, vediamo adesso quali sono i principali reati fallimentari previsti oggi dal nostro ordinamento.

Bancarotta

Le tipologie di bancarotta vengono ricomprese tra i reati contro il patrimonio. L’oggetto giuridico di tale tutela è individuato nel diritto di garanzia che i creditori vantano sul patrimonio del debitore fallito.

E’ importante sottolineare che tra gli elementi costitutivi della bancarotta vi è la sentenza dichiarativa di fallimento. Prima della pronuncia di tale sentenza infatti non esiste reato, in quanto non vengono integrati tutti gli elementi della fattispecie in esame.

La bancarotta ha alcune interessanti peculiarità, che sono diverse a seconda del variare delle seguenti caratteristiche:

  • il carattere fraudolento o meno della condotta;
  • l’oggetto materiale;
  • la collocazione temporale nei confronti della sentenza che dichiara il fallimento;
  • il soggetto agente.

Vediamo le diverse tipologie esistenti.

1. Bancarotta fraudolenta

La bancarotta fraudolenta è posta a tutela degli interessi dei creditori del fallito. Tale fattispecie tende a sanzionare diverse tipologie di condotte poste in essere dal fallito. Sono ricomprese:

  • bancarotta patrimoniale: vengono sanzionate le condotte di distrazione o dissipazione del patrimonio sociale. E’ quindi punito il comportamento che reca un danno al patrimonio in quanto fortemente ridotto o addirittura dissolto. Viene quindi vanificata ogni utilità per i creditori;
  • bancarotta documentale: sanziona la grande imprecisione nel tenere la contabilità sociale oppure sanziona la sua omissione. Tale condotte vengono punite in quanto rendono impossibile la ricostruzione del reale patrimonio attivo del debitore;
  • bancarotta preferenziale: tende a punire il comportamento teso a soddisfare alcuni creditori a favore di altri, violando così il principio di parità fra i creditori.

I soggetti attivi di tale reato sono:

  • l’imprenditore individuale dichiarato fallito;
  • i soci falliti e che sono illimitatamente responsabili di s.n.c. e s.a.s. – soltanto relativamente al loro patrimonio;
  • rispondono delle medesime pene e per le medesime condotte, gli amministratori, i sindaci, i direttori generali e i liquidatori di società dichiarate fallite (la cosiddetta bancarotta impropria) e l’institore dell’imprenditore individuale dichiarato fallito.

La bancarotta fraudolenta è in generale classificata come un reato di pericolo, per cui il delitto si consuma nel momento esatto in cui viene posta in essere una delle condotte previste.

La pena prevista dipende dalla tipologia di bancarotta fraudolenta: nel caso di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale è prevista la reclusione da 3 a 10 anni, mentre in caso di bancarotta fraudolenta preferenziale è prevista la reclusione da 1 a 5 anni.

2. Bancarotta semplice

In via del tutto residuale rispetto alle citate ipotesi di bancarotta fraudolenta, la bancarotta semplice sanziona invece tutta una serie di condotte tra loro eterogenee.

Queste condotte sono:

  • bancarotta semplice patrimoniale: comportamenti che hanno causato una diminuzione del patrimonio dell’imprenditore, apportando perciò un danno per la garanzia dei creditori;
  • mancato adempimento di obbligazioni che siano state assunte in un precedente concordato fallimentare o un precedente concordato preventivo;
  • bancarotta semplice documentale: consiste nell’omessa o irregolare o incompleta tenuta dei libri e di altre scritture contabili prescritti dalla legge.

Le due fattispecie di bancarotta fraudolenta e di bancarotta semplice si differenziano tra loro non soltanto per le specifiche modalità della condotta, ma anche per l’elemento soggettivo del reato stesso. Mentre nella bancarotta fraudolenta l’elemento soggettivo è costituito esclusivamente dal dolo generico, nel caso della bancarotta semplice può essere costituito dal dolo o dalla colpa indifferentemente.

Ricorso abusivo del credito

Il ricorso abusivo al credito tutela non soltanto la massa creditoria, ma anche l’interesse generale a non mantenere in vita l’impresa. Questo si verifica nel momento in cui l’azienda non produce più ricchezza, ma la distrugge continuando a ricorrere indebitamente al credito invece di chiedere il fallimento.

Il dettato normativo prevede che “gli amministratori, i direttori generali, i liquidatori e gli imprenditori esercenti un’attività commerciale che ricorrono o continuano a ricorrere al credito, anche al di fuori dei casi di cui agli articoli precedenti, dissimulando il dissesto o lo stato d’insolvenza sono puniti con la reclusione da sei mesi a tre anni”.

La condanna prevede l’inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale e l’incapacità a esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa fino a tre anni. Se la condotta è stata commessa più volte da parte dell’imprenditore, la pena è aumentata. Inoltre è da sottolineare come suddetta norma venga in considerazione “salvo che il fatto costituisca un reato più grave”.

Nel disciplinare questo reato, il legislatore ha inteso fornire una forma di tutela nei confronti di tutti quei soggetti che si trovano a porre in essere trattative con imprese che versano in condizioni economiche critiche.

L’importanza di ricorrere ad uno studio legale nell’ambito dei reati fallimentari

Quando si parla di reati fallimentari si fa riferimento a una serie di fattispecie e comportamenti anche molto diversi fra di loro. Confrontarsi con questi comportamenti non è sempre facile, soprattutto in ragione delle recenti modifiche apportate dal nostro legislatore.

Per questi motivi la scelta migliore è farsi affiancare da uno studio legale che possa seguirti in ogni momento e consigliarti nel modo migliore possibile.

Il nostro studio legale a Roma fondato dall’avvocato Marinelli & Partners offre consulenza preventiva alle imprese individuali ed alle società, nonché assistenza in ogni fase processuale, comprese quella cautelare reale (provvedimenti di sequestro) e/o cautelare personale (custodia cautelare in carcere, agli arresti domiciliari, ecc.) per fatti di rilevanza penale, quali i reati di bancarotta, di ricorso abusivo al credito, alla denuncia di creditori inesistenti, commessi dall’imprenditore commerciale per l’impresa individuale e dall’amministratore per l’attività di impresa svolta in forma societaria in epoca antecedente o coeva la dichiarazione fallimento, ovvero consumati nel corso della procedura concorsuale. Se hai bisogno di assistenza legale e non sei a Roma, potrai essere seguito da avvocati professionisti di una delle nostre molteplici sedi partner in tutta Italia.

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